La difesa a zona |
| Strategia: marcare a uomo, marcare a zona | ||
| | Nel marcamento a "uomo" e nel marcamento a "zona", le strategie da adottare sono sicuramente diverse (la strategia è il complesso dei mezzi e degli accorgimenti adottati per battere l'avversario o, almeno, per spartire il punteggio in palio). La difesa individuale con il "libero" è, certamente, la forma difensiva più utilizzata nel calcio dei dilettanti. I suoi punti forti sono: | ||
| La diagonale | ||
| Nel gioco a "zona" è importante il concetto di diagonale, sia da parte del giocatore più vicino al pallone (piccola diagonale), sia da parte del giocatore che si trova più lontano dallo stesso, in funzione dei concetti di "anticipo" e "copertura". Tra i principi che caratterizzano la difesa di zona, il concetto di diagonale è quello che, più di altri, ha subito delle varianti necessarie per un adeguamento all'evoluzione del calcio moderno (fig. 1). | | |
| La diagonale "Eagle" | ||
| La diagonale tradizionale, gioco forza, offriva all'attacco avversario troppa profondità. Difetto, questo, che possiamo eliminare con la diagonale "eagle". La diagonale "eagle" può essere sia su tre che su due linee. Nel caso di diagonale "eagle" su tre linee, la punta della diagonale va sul possessore del pallone, avendo come sostegno il centrale più vicino. L'altro centrale sta più vicino alla zona pericolo, leggermente staccato e arretrato rispetto alla linea formata dall'esterno e dal centrale di sostegno al marcatore punta della diagonale (fig. 2). Con la diagonale "eagle" su due linee, la punta della diagonale va sul possessore del pallone, avendo come sostegno il centrale più vicino. Il centrale più vicino alla zona di pericolo si porta in linea con l'esterno e l'altro centrale (fig.3). Da evidenziare l'uscita in accompagnamento e copertura da parte del portiere. Non è obbligatorio attuare la tattica del fuori gioco: i difensori avanzano spesso, sia su tre che su due linee, lasciandosi alle spalle gli attaccanti avversari. Lo scopo è quello di accorciare la squadra al fine di portare aiuto, non per cercare il fuori gioco a tutti i costi. E' chiaro che, più il pallone si avvicina alla porta, minore sarà lo spazio concesso agli attaccanti nella zona pericolosa. In questo caso la diagonale "eagle" si presta bene ad un'uscita in linea con ricerca del fuori gioco. | | |
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| La difesa a zona: i principi | ||
| L'attenzione dei difensori, principalmente, è rivolta al pallone, non solo ai giocatori avversari. Vengono definite delle zone "pericolose" e delle zone "non pericolose". Nelle prime i difensori si concentrano per agire, mentre nelle seconde i giocatori di difesa sorvegliano soltanto. La difesa "in zona" coinvolge tutto il blocco squadra, compresi gli attaccanti: la squadra è corta sull'asse pallone-porta ed ogni difensore è solidale con il blocco difensivo. Lo spazio concesso agli attaccanti nella zona pericolosa diminuisce proporzionalmente all'avvicinarsi del pallone alla porta. Non è obbligatorio attuare la tattica del fuori gioco. I giocatori che difendono devono essere sempre concentrati ed attivi mentalmente: infatti, sono chiamati ad un continuo adattamento su avversari che cambiano frequentemente e con velocità. Fondamentale il concetto di diagonale, sia da parte di chi è vicino al pallone (diagonale piccola), sia da parte di chi è più lontano dallo stesso, in funzione dei concetti di "anticipo" e "copertura". | ||
| La difesa di zona: funzionamento | ||
| Non appena la squadra perde il pallone, può assumere tre diversi atteggiamenti a seconda del risultato e del rapporto di forza tra le due squadre in campo. 1- Attaccare rapidamente l'avversario in possesso del pallone con i giocatori a lui più vicini. In questo caso ci sarà un primo difensore in "chiusura" ed un compagno, più vicino a lui, che si pone in "copertura". Gli altri difensori più vicini, a destra e a sinistra, sorvegliano gli attaccanti che possono ricevere. Così si può impedire loro di andare a rete, si concede poco tempo per controllare il pallone, si può intercettare il passaggio se effettuato in modo impreciso. 2- Si può stabilire un atteggiamento di "pressione" da esercitare solamente su certi giocatori che, per esempio, hanno difficoltà nel controllo del pallone. 3- La squadra ritorna velocemente e aspetta l'avversario nel proprio terzo difensivo, sfruttando l'azione ritardatrice del calciatore più vicino al pallone. . | ||
| Pressing | ||
| Tatticamente, parlare di pressing equivale ad un atteggiamento di organizzazione collettiva con la quale più giocatori aggrediscono l'avversario per riconquistare il pallone. Il grande dispendio energetico necessario per una buona riuscita del pressing, consiglia di attuarlo saltuariamente, adattandolo alle reali esigenze di conquista del pallone. Per cui, alla bisogna, potremo attuare un pressing ultraoffensivo, offensivo o difensivo (fig. 4). Il pressing può essere aggressivo o razionale. Quello aggressivo consente una riconquista del pallone immediata; nel pressing ragionato, invece, la riconquista del pallone avviene in seguito a determinati comportamenti, ma non è immediata. Il vantaggio di un atteggiamento generale razionale è dato dal fatto che si può aggiungere un eventuale raddoppio-gabbia, dando un possibile sostegno alla marcatura, onde non consentire una verticalizzazione. Si crea così il binomio sostegno e diagonale, con concentrazione di uomini e dispendio energetico ridottissimo. Il possesso del pallone avviene sulle traiettorie con avversario leggermente sbilanciato. | |
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| Pressione | ||
| Sarebbe abbastanza problematico effettuare un'efficace azione di pressing, sia aggressivo che razionale, se i vari giocatori fossero troppo distanti tra loro e se il singolo non fosse in grado di effettuare un'adeguata pressione. La pressione è un atteggiamento individuale che mette il difensore in condizione di contrastare l'avversario. In tal caso la parola inglese "tackle", nel suo giusto significato, va intesa nel senso di contrastare e non riferita, semplicemente, al solo contrasto. In questo modo si può effettuare una pressione andando a marcare un possibile ricevente, in forma diretta o indiretta. La forma di contrasto diretto è quella che maggiormente conosciamo ed alleniamo. Per effettuare una forma di contrasto indiretto, il difensore deve mettersi in zona d'ombra, per non far ricevere il pallone all'avversario. Il difensore, quindi, assumendo una postura adatta a seconda della posizione del pallone, sarà in grado di marcare in un modo o in un altro. L'invito palese è ad allenare la propria squadra, quanto più possibile, in situazione. | ||
| Eserciziario | ||
| A - 1c1 in zona centrale alta |
1 commento:
Perchè mettete queste cose sul blog? Se è per Ancona sappiate che l'ha inventata lui la zona assieme a Oronzo.
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